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Get Out è un bel thriller uscito nel 2017, diretto da Jordan Peele e avente nel cast principale Daniel Kaluuya, Allison Williams e Catherine Keener.
Trama: Chris, un giovane fotografo e artista afro-americano di New York, accetta di conoscere i genitori della sua fidanzata bianca Rose, durante un weekend fuori città nella loro tenuta di famiglia. Alcuni eventi e scoperte sempre più inquietanti non fanno che aumentare il sospetto di Chris che in quella casa niente sia come sembri lo portano ad una verità che non avrebbe mai potuto immaginare.
Cast principale: Daniel Kaluuya: Chris Washington Allison Williams: Rose Armitage Catherine Keener: Missy Armitage Bradley Whitford: Dean Armitage Caleb Landry Jones: Jeremy Armitage
Informazioni generali: Regia: Jordan Peele Sceneggiatura: Jordan Peele Anno: 2017 Durata: 103 min[1] Genere: thriller, orrore, satirico Produttore: Jason Blum, Jordan Peele, Edward H. Hamm Jr., Sean McKittrick Produttore esecutivo: Jeanette Brill, Raymond Mansfield, Shaun Redick, Couper Samuelson Fotografia: Toby Oliver Montaggio: Gregory Plotkin Musiche: Michael Abels Scenografia: Rusty Smith
Temi: -razzismo, molti dicono che i bianchi non sono razzisti ma io dico di sì: apprezzano i corpi dei neri e quindi ne schiavizzano il corpo; quasi vedono i neri come oggetti, involucri stupendi. -il topos della conoscenza dei temerari genitori dell'amata. -la trasmigrazione dell'anima. -il sogno di immortalità come desiderio esistenziale umano.
Commento: Questo film mi è piaciuto molto. La prima parte del film è esplorativa, vengono presentati i personaggi, gli eventi e i primi dubbi del protagonista; qui mi è piaciuto soprattutto il personaggio della madre, interpretata dalla Keener, una donna incredibilmente intelligente quanto profondamente astuta e calcolatrice. La seconda parte, la strage per salvarsi, mi ha colpito per la ferocia dettata non dalla crudeltà del protagonista ma dal suo spirito di sopravvivenza, che a pensare circa il modo con cui si apre la strada attraverso la famiglia in lui è particolarmente sviluppato. Molti dicono che i cattivi non sono razzisti, ma io sostengo il contrario: certo non odiano i neri perché sono neri, ma nemmeno li trattano come esseri umani; invece, li apprezzano perché detentori di un corpo giudicato perfetto e quindi solo come oggetti utili alla sopravvivenza dell'uomo bianco. Per questo li vedo razzisti. Poi, il tema più interessante presente nel film è quello della trasmigrazione dell'anima in funzione di appagare uno dei desideri più profondi e frequenti nel genere umano: l'immortalità. Per tutto il film lui viene giudicato e apprezzato solo fisicamente (solo un artista lo apprezza per le fotografie) proprio perché lui in quella casa non è una persona ma solo un involucro; il rischio che corre è proprio quello di donare l'immortalità a un uomo a discapito della propria libertà, per sempre. In conclusione, questo film lo ho trovato uno dei film più intensi tra quelli visti di recente, sia per contenuti sia per visione. Lo consiglio tantissimo!
Voto: 9, uno dei migliori thriller mai visti!
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