Il blog di Tony

Posts written by Tony!

  1. .
    Lavoro, dunque scrivo! è un saggio di Luisa Carrada pubblicato nel 2012, un manuale per aspiranti scrittori amatoriali e professionisti per migliorare e stimolare la scrittura creativa.

    lavoro_dunque_scrivo



    Quarta di copertina:
    Anche senza essere Flaubert, tutti dobbiamo trovare le parole giuste per comunicare quello che vogliamo dire: nel verbale di una riunione, nella lettera di accompagnamento di un curriculum, in un elenco di istruzioni, sull’intranet, i social media e il sito web di un’azienda, e nelle tante email che scriviamo ogni giorno («cosa scrivo nell’oggetto per farla aprire?»).
    Luisa Carrada, autrice del sito e del blog www.mestierediscrivere.com, approfondisce gli argomenti più classici dei manuali di scrittura (come la sintassi e il lessico) insieme a quelli più nuovi (le liste, i numeri, i microcontenuti), con tanti esempi ed esercizi di riscrittura, consigli puntuali e precisi, ma anche con l’invito a lasciarsi andare e a giocare con le parole.
    Un libro per architetti, proprietari di palestre, ristoratori e restauratori, segretari e amministratori delegati, insegnanti, bancari e politici, gente che lavora e gente che un lavoro lo sta cercando. Perché se oggi abbiamo tutti una cosa in comune è trovarci sempre più spesso nella necessità di scrivere: per presentare noi stessi e la nostra attività, per informare, spiegare, convincere.

    Capitoli:
    1. Raccogliere cocci o creare cristalli?
    2. Dalle fondamenta al tetto dell'edificio testuale
    3. Dal libro allo schermo: come cambia la lettura
    4. Silenzio! Parla la forma
    5. La struttura del testo: tra il mito di Cicerone e quello della piramide
    6. La sintassi, prima chiave della leggibilità
    7. Cercare la parola giusta, anche senza essere Flaubert
    8. Il valore (relativo) della brevità
    9. I microcontenuti, così brevi, così indispensabili
    10. Liste comode e senza vertigini
    11. Gusto della ripetizione e tentazione della varietà
    12. Tra le righe, dove nascono stile e tono di voce
    13. Il teatro della mente e le parole che fanno vedere
    14. Parole e numeri, parenti strettissimi

    Commento:
    Lavoro, dunque scrivo! è un libro semplice da leggere ma che va studiato bene: una lettura veloce è ottima per apprendere le tecniche, ma è con una lettura profonda che si possono attuare veramente i consigli e scoprire quali altre letture indica per approfondire e focalizzare ogni argomento trattato.
    Con meno di 500 pagine, Luisa Carrada guida per mano il lettore tra consigli, citazioni, esempi e tante immagini; a fine capitolo, dettaglio molto importante, ci sono il riassunto e le fonti per approfondire.
    Una lettura scorrevole, mi ha sicuramente aiutato nell'edit dei miei testi. Consigliatissimo!
  2. .
    Merrick è un romanzo della serie Cronache dei vampiri di Anne Rice pubblicato nel 2000 di genere fantasy, che riprende la mitologia gotica in una rilettura moderna.

    merrick_anne_rice



    Quarta di copertina:
    David Talbot, an adventurer, near-mortal vampire, and visitor from another dark realm, narrates the haunting saga of Merrick, a beautiful, unconquerable witch who is a descendant of the Mayfair witches--from whom she inherits her magical gifts--and of a mixed African and French background that is steeped in the shadowy traditions and lore of voodoo. Simultaneous.

    Commento:
    Letto in madrelingua, la lettura scorre piacevolmente grazie allo stile semplice e fresco dell'autrice. Con la lunghezza di quasi cinquecento pagine, Rice utilizza la narrazione in prima persona dal punto di vista di David Talbot, un vampiro e amico della strega Merrick con la quale ha avuto una lunga storia; piacevole durante i dialoghi e le azioni, forse tutto si dilunga troppo durante le descrizioni degli ambienti e dell'aspetto delle persone, con qualche accenno anche di razzismo nell'accentuare la descrizione di alcuni tratti somatici.
    Il punto principale del commento, tuttavia, è la mia precisazione di un dettaglio molto importante: il libro segue due narrazioni principali, che occupano entrambe quasi lo stesso numero di capitoli. Infatti, dal capitolo 7 al capitolo 16 è presente un blocco centrale di flashbacks che raccontano la vita di Merrick intervallati ogni tanto da qualche piccolo capitolo di intermezzo; e quei flashback sono troppi e noiosi.
    Direi che il libro è sì interessante, è anche parte di una saga grande e complessa e denota una mitologia di personaggi ben costruita, ma la narrazione nel blocco centrale è troppo lenta e la vera azione è solo nell'ultima parte del libro; ma non so se un lettore occasionale ci arrivi facilmente.

    Non so se consigliarlo, di certo i lettori della saga lo ameranno.
  3. .
    Il sedentario non ha colpe: come godersi la vita fino ai cent'anni con un corpo in salute, efficiente e pure figo. è un libro curato da Renzo Turbian pubblicato nel 2017. Personalmente l'ho ricevuto con la mia iscrizione al club di fitness Bobadilla.

    il_sedentario_non_ha_colpe_renzo_turbian



    Quarta di copertina:
    In questo libro l'autore, con leggerezza e maestria, vi offre motivi sufficienti per decidere di far accendere una nuova luce e vi invita a scoprire come, in modo facile e divertente, si possa vivere al meglio la propria esistenza, trattando con rispetto e cura questa macchina meravigliosa che è il nostro corpo.

    Commento:
    Lettura veloce e scorrevole, è molto facile da leggere ed è molto discorsivo. In pratica, il libro è una grande argomentazione sul perché iniziare un percorso sportivo con diverse testimonianza di persone che vivono bene avendo sempre convissuto con l'esercizio fisico o dopo averlo riscoperto in tarda età.
    Il problema è che non ho riscontrato una vera linearità argomentativa né negli argomenti trattati né nelle argomentazioni proposte; anche il ritmo è alterno, con le testimonianze che rallentano il tutto. Riconosco un filone tematico nei vari capitoli, tutti molto corti, ma i capitoli in sé sembrano più un'accozaglia di concetti per convincere qualcuno ad iscriversi in palestra.
    Una lettura scorrevole ma che è una perdita di tempo: i concetti chiavi sono ribaditi mille volte e ciò che si ottiene dalla lettura lo si può ottenere con una minore perdita di tempo attraverso un colloquio con il dirigente di una palestra.
  4. .
    Halloween: dietro la maschera di Michael Myers è un libro pubblicato nel 2010, curato da Causo e Di Giorgio riguardo al franchise di Halloween, dal primo cult del 1978 al sequel del remake diretto da Rob Zombie.

    halloween_dietro_la_maschera_di_michael_myers



    Contenuti:
    Era il 1978 quanto John Carpenter portava sugli schermi "Halloween", facendo di Michael Myers il primo dei tanti babau seriali che avrebbero segnato il New Horror degli anni '80. Con la sua pallida maschera e il coltello stretto in pugno, Michael Myers è il Boogeyman per eccellenza che si agita nella Notte di Ognissanti, l'arcano spettro delle più basilari paure, sorto alla fine dell'infanzia e destinato a perseguitare l'età adulta, nume non tutelare ma persecutorio di una Famiglia che cova in sé il Mostro e lo vede insorgere e risorgere con una determinazione assassina, capace di nutrire il suo stesso Mito. Con dieci film in poco più di trent'anni, la saga di "Halloween" è una delle più longeve e significative della storia del cinema. Questo libro ripercorre le vicende di un fenomeno del grande schermo diventato icona popolare e punto di vista privilegiato per osservare i cambiamenti avvenuti nel cinema horror americano degli ultimi decenni. Dalla grande stagione dei cineasti indipendenti a quella dei serial e dei moderni Boogeymen, fino alla odierna ondata di remake, ogni capitolo della saga di Michael Myers passa in rassegna l'immaginario classico dell'orrore e lo reinventa: case stregate, riti popolari, maschere, zucche illuminate, dolcetti, erotismo giovanile e coltellacci da cucina pronti a fendere giovani corpi.

    Commento:
    Leggere questo saggio è stato sicuramente un'esperienza formativa e di approfondimento, su una saga che ha fatto la storia non solo di un genere ma anche della cultura pop e cinematografica. Il libro dopo una veloce introduzione sul franchise, parla di ogni film con analisi, note di produzione e successo dell'opera, condendo il tutto a fine opera con le curiosità e gli incassi. Inoltre, sono presenti anche immagini prese dai film, box office sul suolo americano, schemi per riassumere le varie linee narrative e tutte le schede dei film.
    Di veloce lettura, il discorso è sempre chiaro e preciso, accompagna il lettore nella produzione e poi nell'analisi di ogni singolo film; nota importante: grazie anche a una spiegazione dell'intero plot di ogni film, questo saggio pone l'analisi chiara di ogni film anche a lettori che non sono riusciti a guardare tutta la saga prima della lettura.

    A me è piaciuto e mi tengo il libro nelle mie fonti per il blog, consiglio vivamente la lettura.
  5. .
    Batman: Il lungo Halloween (Batman: The Long Halloween) è una miniserie a fumetti di tredici numeri dedicata all'omonimo personaggio, scritta da Jeph Loeb, disegnata da Tim Sale e pubblicata dalla DC Comics tra l'ottobre del 1996 e l'ottobre del 1997.


    batman_il_lungo_halloween



    Trama:
    Ambientata durante il primo anno di attività del supereroe, La lunga notte di Halloween narra la ricerca del misterioso assassino Festa, così chiamato per la particolarità di uccidere soltanto durante le festività, da parte di Batman, James Gordon e Harvey Dent. La storia affronta anche gli eventi che hanno portato alla nascita di Due Facce e la lotta di Batman contro il crimine organizzato che attanaglia la città di Gotham City.

    Commento:
    Leggere questa graphic novel è stata una bellissima esperienza, pian piano mi sto recuperando tutti i classici. Caratterizzata da disegni dinamici e molto duri, e da una trama complessa ma scorrevole, Il lungo Halloween porta lo spettatore in un mondo dove la mafia si scontra con la vendetta e la spietatezza dei mostri di Gotham.
    Inizialmente avevo comprato il volume per la sicura presenza di Poison Ivy (mi piace molto come personaggio) e poi sono stato incentivato dall'uscita del film The Batman, che cita quest'opera tra le ispirazioni. Inoltre, essendo un giocatore della serie Batman Arkham mi ero sempre chiesto come fosse un fumetto con delle rappresentazioni dei personaggi così iconiche (il vestito da gatto di Catwoman).
    Mi è piaciuto, ha delle tavole che sono opere d'arte e la storia mette su un mistero molto ambiguo, in cui tutti sono sospettabili. Qui Batman non è solo il vigilante potente e invincibile ma anche un uomo fallace, che cade per esempio sotto al controllo di Poison Ivy. Ho adorato Selina Kyle, una vera vamp col trucco fittissimo, e Poison Ivy, qui una femme fatale che manovra con facilità gli altri. Inoltre, è interessante Harvey Dent, non avevo mai visto su carta il suo arco trasformativo a Due Facce. Sottotono invece il maggiordomo.
    Il lato gangster dell'opera condisce con buona misura il mistero, rendendo il serial killer un fattore scatenante per la guerra tra bande.

    Un bel libro disegnato, lo consiglio!
  6. .
    Scuola omicidi (Well-Schooled in Murder) è un romanzo di Elizabeth George, pubblicato nel 1990, di genere poliziesco ambientato presso una scuola privata delle campagne inglesi.

    elizabeth_george_scuola_omicidi



    Trama:
    L'atmosfera tranquilla del romantico cimitero di Stoke Poges, nella campagna inglese, s'infrange in un freddo pomeriggio di marzo, quando ai piedi di un albero viene ritrovato il corpo senza vita di un ragazzo. Intanto, all'esclusivo collegio Chambers di Bredgar il tredicenne Matthew Whateley pare essersi volatilizzato. Mentre da un lato la polizia di Stoke Poges indaga sul macabro ritrovamento, l'ispettore Thomas Lynley arriva a Bredgar chiamato da un insegnante, suo ex compagno di scuola, che si rivolge a lui per evitare uno scandalo che metterebbe in gioco il buon nome dell'istituto…

    Commento:
    Scuola omicidi è un libro sulle 400 pagine che con una narrazione facile da seguire e con personaggi simpatici e reali porta con rispetto e gravità tematiche delicate come la pedofilia, il bullismo e l'aborto. L'investigazione è basata sugli interrogatori e solo dopo la scientifica approda nella trama (con la scusa che essendo polizia di campagna hanno pochi uomini) regalando un libro in cui la conversazione ha un ruolo rilevante per svelare la realtà.
    A essere sincero, leggendo la descrizione della scuola privata del libro, avevo pensato ad Hogwarts, e infatti anche qui la scuola è molto antica e ricca di tradizioni, con i molti edifici che diventano dei micromondi dentro ai quali omertà e codici d'onore la fanno da padrone.
    Se dovessi trovare un difetto, alcuni paragrafi dedicati ai personaggi minori sono abbastanza inutili e rallentano il ritmo, ma sono personaggi di contorno e questo libro fa parte di una saga sull'ispettore protagonista; comunque la storia di Deborah è molto bella e toccante.

    Una lettura piacevole che consiglio.^^
  7. .
    Scream, noto anche come Scream 5, è un film del 2022 diretto da Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett.
    Il film è il quinto capitolo della serie cinematografica di Scream, sequel diretto di Scream 4, uscito nel 2011 e presentato come requel (sequel e allo stesso tempo reboot) grazie alla presenza di nuovi personaggi affiancati da quelli storici. È la prima pellicola a non essere diretta da Wes Craven, deceduto nel 2015.

    Scream2022film



    Trama:
    Venticinque anni dopo una serie di brutali omicidi che hanno sconvolto la tranquilla cittadina di Woodsboro, in California, un nuovo killer indossa la maschera di Ghostface e inizia a prendere di mira un gruppo di adolescenti.

    Cast principale:
    Melissa Barrera: Samantha "Sam" Carpenter
    Jenna Ortega: Tara Carpenter
    Marley Shelton: Judy Hicks
    Dylan Minnette: Wes Hicks
    Jack Quaid: Richie Kirsh
    Mikey Madison: Amber Freeman
    Jasmin Savoy Brown: Mindy Meeks
    Mason Gooding: Chad Meeks
    Neve Campbell: Sidney Prescott
    Courteney Cox: Gale Weathers
    David Arquette: Dwight "Linus" Riley

    Informazioni tecniche:
    Regia: Matt Bettinelli-Olpin, Tyler Gillett
    Soggetto: Wes Craven, Kevin Williamson
    Sceneggiatura: James Vanderbilt, Guy Busick
    Produttore: James Vanderbilt, Paul Neinstein, Chad Villella, William Sherak
    Produttore esecutivo: Kevin Williamson, Gary Barber, Roger Birnbaum, Ron Lynch, Chad Villella
    Fotografia: Brett Jutkiewicz
    Effetti speciali: George Corrie, Reid Duke, David Hill, William Purcell
    Musiche: Brian Tyler
    Durata: 114 min

    Commento:
    Se dovessi descrivere Scream in tre parole userei metacinema, sangue e femminismo! Questa saga è perfetta per i cinefili e i cultori del cinema horror in generale, grazie alle sue citazioni dotte, ma non si scorda nemmeno degli spettatori che vogliono solamente svuotare la mente e vedere uno psicopatico sbucare da dietro le porte o da dentro l’armadio per sbudellare poveri adolescenti ignari! E per concludere, secondo me questa è anche un saga femminista: qui non solo le protagoniste sono donne, ma queste donne ragionano e si difendono da sole, scappano da sole e da sole fanno il culo al killer (ovviamente se non rappresentano l’offerta al dio Slasher essendo carne da macello)!

    SIDNEY:

    Sidney Prescott è il personaggio più rappresentativo dell’intera saga e infatti incarna i tre concetti appena elencati.

    Sidney è una sopravvissuta. E’ sopravvissuta a un fidanzato psicopatico, a un fratellastro furibondo e a una cugina gelosa; ora perfino a dei fan morbosi; è una sopravvissuta perché lei sa scappare, sa quando sparire e negli anni impara ad affrontare le proprie paure e a insegnare ad altre vittime come sopravvivere. Secondo me è Sidney la vera trama della saga; non Gale o Linus e nemmeno Ghostface; è il personaggio interpretato dalla Campbell che regge su di sé tutti i film e quando esso manca dallo schermo l’interesse per le vicende ne soffre terribilmente!

    GHOSTFACE:

    Ghostface, invece, è il jolly: un assassino che unisce il cinema alla psicopatia, mette nello spettatore uno stato d’animo tra l’inquietudine e l’impazienza di scoprire come attaccherà le vittime. Sempre usando la sorpresa e la crudeltà. Credo che i migliori Ghostface della saga siano quelli del primo e del quinto film, mentre l’assassina (in generale) più interessante sia Jill Roberts.

    Ghostface è uno dei killer più caratteristici non solo per la maschera ispirata all’Urlo di Munch ma anche perché ad esso è associata tutta la questione della metacinematografia: celebri sono le sue telefonate alle vittime in cui pone loro domande riguardanti il mondo del cinema horror, per poi sbucare dietro la vittima, sbudellarla e appendere trionfante il cadavere dove può essere notato! E con il fatto che in ogni film la persona dietro alla maschera sia diversa, rende il tutto anche un thriller, con le speculazioni su chi ogni volta possa essere l’assassino; ciò non mi ha mai interessato personalmente, io voglio vedere uno slasher non La signora in giallo.

    MA FA PAURA?

    Molti mi chiedono se la saga di Scream faccia paura, paragonandola ai film recenti come The Conjuring o ai mostri sacri come Halloween. Secondo me, dipende dalla sensibilità individuale.

    Scream non si basa sui jumpscares ma non si basa nemmeno su crudità del calibro di Saw: vediamo l’orrore dell’inseguimento, la tensione della telefonata, siamo portati a tenere d’occhio ogni angolo e ogni porta vicino al personaggio al telefono, ma alla fine vediamo a malapena le coltellate iniziali. E’ un orrore più psicologico che visivo, come quando nella primissima scena di Scream i genitori di Casey ascoltano impotenti al telefono i gemiti di morte prossima della loro unica figlia. Forse è Scream (’22) il più violento, anche se come tensione nessuno Scream si è mai tirato indietro.

    Ecco, di solito la scena più violenta o bella (a livello psicologico o visivo) è quasi sempre la prima; e il successivo picco è nell’atto finale, mentre la narrazione centrale serve solo a mostrare il sangue, dare la morte ai personaggi e l’adrenalina agli spettatori!

    METACINEMATOGRAFIA & STAB

    Metacinematografia è uno dei concetti fondamentali per apprezzare la saga (l’ho messo pure nel titolo dell’articolo!) e quindi non si può non sapere che, all’interno del mondo narrato in questa prolifica saga, esiste una saga di film horror chiamata Stab!

    Il primo film di Stab esce all’interno di Scream2 ed è basata sugli eventi di Scream1; in Scream3 gli omicidi sono legati all’ordine di morte dei personaggi di Stab3 e la trama di Stab8 è alla base della nuova strage di Scream5. Impossibile quindi scindere Scream dalla sua metacinematografia interna!

    Inoltre ovviamente sono innumerevoli le citazioni di titoli celebri degli horror e non, con una particolare propensione agli slasher (Halloween, Venerdì 13, Nightmare) e a Psycho e L’esorcista. Stupendi pure i camei, anche se il mio preferito rimane il cameo di Wes Craven nel suo stesso film interpretando uno dei propri personaggi più celebri: un bidello con le sembianze di Freddy Krueger – per chi mi segue sa benissimo quanto io ami quella saga!
  8. .
    Wicked women of the screen è un libro scritto da David Quinlan e pubblicato nel 1987, si tratta di una panoramica delle più grandi donne negative o quantomeno problematiche dei film. Caratterizzato da una serie di capitoli tematici e da bellissime fotografie tratte dai film, è una lettura piacevole svolta in madrelingua inglese.

    wicked_women_of_the_screen



    Contenuti:
    In circa 150 pagine il libro porta i seguenti capitoli:
    -Le dive
    -Altre donne cattive
    -Assassine nella finzione e ispirate alla realtà
    -Psicopatiche, ninfomani e donne da manicomio
    -Villains dal fantasy e dall'orrore
    -Complottare e doppiogiochiste
    -Fuorilegge: truffatrici e geni del crimine
    -Sirene, Vamp e Femme Fatales
    -Stronze e dominatrici
    -Le cattive dei cartoni animati (Disney)
    -Ragazze con la pistola
    Inoltre, alla fine è presente un'ulteriore filmografia delle star trattate oltre a un utile indice analitico per cercare il film o l'attrice con facilità.

    Commento:
    Leggere questo libro in madrelingua è stato sicuramente molto interessante: il libro contiene fotografie molto evocative e alcuni capitoli si leggono che è un piacere. I miei preferiti sono stati il primo perché trattava delle varie star esplicitando i momenti della carriera in cui hanno fatto le 'cattive', quello sulle Sirene e Vamp e infine quello sulle cattive dei film animati.

    Se dovessi trovare un difetto esso potrebbe essere rappresentato dal ritmo con cui i capitoli tematici vengono narrati: dopo le prime pagine, i continui sbalzi temporali tra un film e l'altro (a differenza del primo capitolo il discorso non segue la carriera delle attrici ma il macroargomento trattato) possono confondere.
    Tuttavia, l'autore aiuta la comprensione delle differenti visioni della stessa figura in film diversi interpretata da attrici diverse riassumendo brevemente la trama della pellicola trattata; così che il lettore possa capire meglio come il personaggio (ad esempio, la manipolatrice) è stato trattato nel tempo.

    Tutto sommato è stata una bella lettura e lo consiglio, soprattutto ai cinefili!
  9. .
    Cinema e videgiochi è un libretto di genere saggistico di 100 pagine che tratta dei legami tra il cinema e i videogiochi, pubblicato nel 2017 e curato da Fassone.

    Cinema_e_videogiochi



    Contenuti:
    Dopo un'interessante introduzione all'argomento, il saggio si suddivide in quattro macrocapitoli:
    - Storia dei due media;
    - Un rompicapo storico;
    - Cinema e videogioco;
    - Uno sguardo ravvicinato: "Alien: Isolation".
    In conclusione è presente un'esauriente bibliografia, scritta non come una lista di fonti ma espone discorsivamente numerosi libri per approfondire i numerosi argomenti esposti nei capitoli precedenti.

    Commento:
    Leggere questo saggio è stato senza dubbio interessante anche se a tratti noiosetto: l'autore espone con chiarezza molti punti che non conoscevo, ma il linguaggio è spesso tecnico e poco discorsivo; in pratica, il libro è un ottimo bignami da consultare ma non sempre accattivante nella lettura.
    Francamente, pensavo che il libro sarebbe stato maggiormente come nel terzo capitolo (il più interessante) mentre invece tratta l'argomento in maniera molto più ampia e puntuale, parlando anche della storia dei due media e dei tentativi che sono stati fatti per avvicinarli nel corso dei decenni.
    Il libro comunque è molto interessante e lo consiglio, perché espone con chiarezza concetti che possono essere complicati e i capitoletti interni spiegano e dividono perfettamente i temi e le teorie. Inoltre, l'autore fa spesso uso di esempi videoludici molto conosciuti per dimostrare i punti storici o tecnici, portando come esempi giochi famosi come: Doom, Princie of Persia, Red Dead Redemption, Alien: Isolation, ET.

    Io lo consiglio, ma sicuramente deve interessare la materia trattata.
  10. .
    Che cos'è la narrazione cinematografica è un saggio scritto da Andrea Bellavita e Andrea Bernardelli per la Carocci editori; con semplicità, chiarezza e accuratezza, il libro offre un'interessante introduzione ai tecnicismi del racconto filmico.

    che_cose_la_narrazione_cinematografica



    Contenuti:
    Con 128 pagine, contenenti anche la bibliografia usata, gli autori si propongono di trattare quattro macrotemi:
    - il racconto cinematografico;
    - l'analisi del racconto cinematografico;
    - la storia del racconto cinematografico;
    - i generi cinematografici.

    Commento:
    Leggere questo libro è stata un'esperienza indubbiamente formativa, soprattutto per la terza parte. Numerosi sono i titoli cinematografici portati come esempio dell'argomento trattato non solo nel capitolo, ma nel singolo paragrafo. Semplice e chiaro, scorre bene e riassume concetti molto importanti.
    Credo sia un utile libro per principianti perché è tra il tecnico e il generale, dando così informazioni tali da essere in grado di gestirsi abbastanza e cercare facilmente le informazioni per approfondire con libri più specifici e complessi. Utilissima è la bibliografia finale, che non è una lista delle fonti usate ma è discorsiva, spiegando al lettore perché alcuni libri teorici sono fondamentali e con quali altri trovare un interessante punto di vista.

    Il libro è sottile, facile e istruttivo. Consigliatissimo!
  11. .

    Alexa e Thomas camminavano insieme, lentamente, nella nebbia che aleggiava in quella valle scura.
    I due amici avevano accettato la missione di buon grado sia per dimostrare di essere sempre i migliori sia per esplorare nuovi territori; ma quella era una terra particolare: erano partiti solo loro due perché si diceva essere estremamente pericolosa e avevano dovuto pure lasciare a casa molti attrezzi del mestiere, che erano soliti usare in tali situazioni. Alexa e Thomas avevano spiccato il volo il mattino precedente, dopo aver salutato affettuosamente i loro amici della Gilda e della fattoria. Avevano volato tutto il giorno per poi accamparsi al limitare della valle alla sera; speravano che con l’alba la nebbia che avvolgeva quel posto dimenticato si sarebbe levata, ma niente. Gli toccava avventurarsi praticamente al buio. E così erano partiti per l’esplorazione vera e propria.
    «Thomas… Ma secondo te da quanto staremo camminando? Questo posto mi rattrista molto, e molte volte le mie ali si sono schiantate contro gli arbusti. Mi fanno male, mi fanno male anche le zampe perché è pieno di sassi, qui! Non credevo ci potessero essere tanti sassolini in una foresta!»
    Thomas rivolse lo sguardo verso la compagna di avventure ma poté scorgerne solo la sagoma. Quel posto gli rimembrava la solitudine dei suoi primi anni di vita, prima di conoscerla. Ma per fortuna era ancora in grado di sentirla, anche se la sua voce gli giungeva come ovattata. «Non lo so. Aspetta.» Fece un rapido conto, pensando a come la coltre grigia si fosse scurita lentamente con il passare delle ore. «Forse quindici ore!»
    Alexa sbuffò, osservando il rigolo di fuoco che le uscì dalle fauci. Quindi si distese per terra, per riposare le zampe affaticate. «Troppo tempo. E siamo solo nel tardo pomeriggio, perché è così tetro qui?»
    Thomas le si avvicinò e con un movimento arruffò tutte le piume nere, per sgranchirsi i muscoli. Quindi, a distanza di contatto, osservò l’amica: era stanca e demotivata, erano vecchi ormai per missioni del genere! Sospirò. «Perché siamo in una valle. È quasi sempre in ombra qui sotto. Non per niente la chiamano la Valle della Depressione. Bel nome, eh!» Quindi si tirò via dal collo la bisaccia usando in equilibrio la zampa destra e la tenne a mezz’aria sollevandola con un lungo dito della zampa, per poter rovistarvi dentro. Fece rotolare una mela succosa verso Alexa: «Tieni, mangia!»
    Alexa eseguì. Poi ripresero il viaggio.

    Alexa e Thomas arrivarono all’alba del giorno dopo davanti ai resti di un villaggio, il cosiddetto Villaggio Dimenticato.
    Durante la notte non erano riusciti a riposarsi: la nebbia con lo scurire della sera si era fatta sempre più fitta e se Alexa con le sue grandi fornaci in gola poteva stare sempre al caldo, il povero Thomas si era arruffato tutte le penne nere dal freddo e l’umidità. Così, dopo alcune ore passate inutilmente fermi a prendere ogni genere di umidità e brivido, i due avevano desistito e si erano rimessi in viaggio, comunque contenti di esplorare insieme come un tempo. Il culmine della soddisfazione fu quando oltrepassarono i resti di mura antiche rischiarate dalla luce dell’alba: erano arrivati al punto focale della loro esplorazione.
    «Allora, secondo te dove dobbiamo andare?», chiese Thomas mentre con una zampa rileggeva la pergamena su cui avevano annotato i dettagli della missione, «Il signor Mime ha detto che stava girovagando con il suo amico e suo figlio in un grande palazzo piramidale… Ma se è tanto grande perché non vediamo nulla?»
    Alexa sbuffò, facendo uscire del fumo dalle fauci feroci. «Bisogna essere sciocchi a girovagare da soli in un posto tanto alieno alla vita come questo, e così lontano dalla civiltà! Comunque, secondo me dovremmo volare, per guardare il villaggio dall’alto. Forse così notiamo qualcosa.»
    I due, così, spiccarono il volo, lei con un salto sulle possenti zampe e poi planando sulle grandi ali rosse e rigide a forma di ascia, lui sbattendo le grandi ali piumate per prendere quota e seguirla. Ad Alexa quasi vennero le lacrime agli occhi, le luccicavano sempre gli occhi quando volavano insieme, si ricordava ancora di quanto lei volesse seguirlo nei cieli fino a toccare l’infinito da piccoli, quando si erano incontrati; lei era senza ali, lui era un piccolo corvo spaurito e senza nessuno. Insieme, avevano creato una famiglia e avevano realizzato l’uno i sogni dell’altra.
    Quindi i due amici stavano sorvolando il complesso di rovine del Villaggio Dimenticato. Una volta doveva essere stato un grande centro abitato, ricco e pieno di palazzi lussureggianti, dove il mercato non mancava mai e le terre erano coltivate per ogni tipo di Bacca. Ma il vulcano sui cui piedi il villaggio si basava, aveva eruttato e i lapilli e il fumo avevano reso per molti secoli quel posto una landa desolata; nemmeno gli amanti della lava e del calore ci andavano mai, nessuno poteva sopravvivere in un tal posto. Poi con il passare del tempo, la terra si era ricoperta nuovamente di verde, con piante pioniere per prime e infine i piccoli arbusti e gli alberi.
    Quando insoddisfatti decisero di sorvolare anche il complesso collinare, Thomas fischiò in segno di approvazione: non avevano potuto scorgere la grande piramide solo perché il Villaggio Dimenticato si estendeva anche dietro alla collina. Là dove probabilmente c’erano le banche e le tombe dei Re Caduti.
    I due quindi atterrarono in vicinanza al titanico edificio di pietre e roccia, ricoperto di edera, davanti a una grande apertura che dava all’interno della costruzione.
    Alexa mosse a lungo la coda, in segno di nervosismo. Thomas invece si lisciò le piume rosse dello strato interno delle ali e controllò che la bisaccia fosse ancora incastrata alla zampa destra, che non fosse caduta via. Per fortuna era tutto ok.
    «Allora, amica mia, andiamo dentro! Sei pronta?»
    La dragonessa lo guardò dubbiosa, poi con le fauci strappò da un albero vicino un ramo e ne incendiò la punta; diede la torcia al grande rapace, che la tenne per il grande rostro: «No, non lo sono. Ma dobbiamo farlo, siamo professionisti. Riesci a incastrarla nell’imbragatura che tengo sulla schiena?»
    «Certo! Nessun problema!»
    E i due, assicurata la torcia alla schiena di Alexa e assicuratisi così un’illuminazione costante, entrarono nella spettrale tomba piramidale in cerca del criminale.

    Infiniti corridoi nel buio si estendevano per chilometri, lunghissime file di mattonelle ingrigite da strati di polvere laddove i lapilli non erano potuti penetrare. Una gabbia di roccia e mattoni che racchiudeva un labirinto esplorato da pochissimi, fino in fondo da nessuno estraneo al luogo. Alle pareti erano appesi logori arazzi raffiguranti i tempi andati, con il Sommo Dio dalle mille mani che si ergeva a Sole e Luna e tutto il Creato mentre le sue creature lo adoravano in prostrazione. Ogni tanto alle pareti erano presenti dei bassorilievi raffiguranti battaglie leggendarie, come quella dei Prescelti contro il Signore del Tempo impazzito, o i tempi antichi in cui il Grande Titano aveva distrutto la Pangea trascinando sulle proprie spalle i continenti.
    Tuttavia, Alexa e Thomas non erano per nulla esperti del luogo e dopo una mezz’ora e all’ennesimo bivio decisero di fermarsi e fare il punto della situazione.
    «Allora», cominciò l’enorme corvo dalle piume blu e nere mentre dalla bisaccia prendeva una pergamena vuota e uno stilo, per segnare il tracciato con estrema precisione, «Finora siamo sempre rimasti in piano, a parte una volta che siamo scesi per una rampa di scale; quindi, possiamo presumere che siamo sotto terra al momento, giusto Alex?»
    La dragonessa si guardò intorno e scosse la testa. «Sempre che il pavimento non fosse leggermente inclinato, verso il basso o verso l’alto. Se così fosse, avremmo potuto salire o scendere senza nemmeno accorgercene.»
    «Acuta osservazione, amica mia. Cosa ha detto il signore Mime? In che punto era?»
    Alexa aprì le mascelle argentee ed emise un poderoso ruggito che fu subito seguito da un brontolio proveniente dal fondo della gola: «Ma una volta tanto, quando parliamo con gli acquirenti, ascolta! Loro non sono entrati nella piramide, ma hanno visto qualcuno entrarvi!» Poi si calmò e rifletté: «Comunque, guardati attorno, vedi orme che non sono nostre?»
    Il grande rapace guardò il pavimento impolverato davanti e dietro di loro e scosse il capo, con la grande cresta piumata che ondeggiava al movimento dell’aria: le uniche impronte di zampe impresse nella polvere erano le loro. Ma allora, il ladro? Avevano sbagliato svincolo e lo avevano perso? O non era mai veramente entrato, o non lasciava nemmeno impronte!
    Thomas deglutì, guardando all’amica con un pelino di inquietudine. «Questa non è una bella notizia, mi spieghi come…»
    La frase gli morì nel becco ricurvo, quando maligne risate risuonarono dal corridoio che stavano percorrendo. Allora i due esploratori si guardarono negli occhi, annuirono e si affrettarono in quella direzione.

    Alexa e Thomas giunsero in una grande sala rettangolare, la torcia che la dragonessa portava all’imbragatura allacciata sulla schiena non poteva illuminarne nemmeno una piccola porzione dalla vastità. Nel buio si scorgevano immense colonne di marmo bianco, ingrigite dalla polvere e dagli anni; in fondo alla sala, qualcosa rifletteva la luce del fuoco mobile.
    «Guarda là!», gridò Thomas indicando il riflesso metallico, «C’è qualcosa!»
    «Dai, andiamo a vedere!», ribatté l’amica con impazienza ed eccitazione: stavano per trovare qualcosa, se lo sentiva.
    I due si affrettarono, lei correndo sulle quattro zampe a una frenesia senza limiti, lui sbattendo le grandi ali per sbalzare più in là.
    Per arrivare dall’altro lato della grandissima sala circolare non oltrepassarono solo le colonne, ma anche grandi costruzioni di pietra contenenti sarcofaghi e ricchezze dei Re Caduti; era peccato mortale profanarli, una maledizione si sarebbe scagliata contro i tombaroli che avessero osato tanto. Fu per quello che sebbene il palazzo piramidale fosse stato visitato parecchie volte nei secoli da sventati avventurieri, quelle tombe non avevano mai sentito il tocco di un mortale dal momento della loro eterna sigillatura. Anche i ricami di lana rossa sbiadita posti ad ornare le costruzioni in roccia e le grandi torce di ferro nero per eventualmente illuminare ciascuna tomba erano al loro posto, come la stele con la descrizione della tomba e del suo padrone. Alexa e Thomas le oltrepassarono, sicuri che non dovessero preoccuparsi di un agguato da uno di simili nascondigli inviolabili.
    Così, i due giunsero davanti al metallo riflettente e scoprirono che era un’armatura d’oro ricoprente la statua granitica di un grande centipede dalle fattezze misteriose: era troppo grande per capire esattamente la sua forma.
    «Ecco cos’era quel bagliore! Giratina, il Signore dell’Altro Mondo!», esclamò Alexa arrivando sotto alla statua, fissata al soffitto per dominare l’intera sala. Poi la dragonessa si rivolse all’amico: «Sai chi è, vero?»
    Il grande corvo dilatò le pupille e si arruffò tutte le piume. Fece un passo indietro, squadrò la statua e poi rivolse lo sguardo alle tombe appena oltrepassate. Quindi rispose all’amica: «Certo! Il Signore dei Morti, no?»
    «No! Ma credo sia lo stesso errore di chi ha costruito questo posto… Molti lo credono il Signore dei Morti ma in verità presiede al ciclo delle cose, alla normalità: il suo mondo permette al nostro di esistere perché in esso la vita e la morte non esistono. È complementare al nostro. Non può essere il Signore dei Morti perché lui non conosce né la vita né la morte!»
    «Ah. Però, la statua è inquietante forte. Ci stava bene come Dio dei Morti…», borbottò il corvo dalle piume nere e blu socchiudendo a malapena il becco a rostro.
    Ma la discussione non rispondeva al quesito fondamentale: avevano sentito un ruggito provenire dalla sala! E di certo non poteva essere quella statua! O almeno, i due speravano che il ruggito non provenisse dal titano di granito e oro! Così, i due iniziarono a perlustrare i muri del perimetro della sala mortuaria, cercando un’apertura o un nuovo corridoio.
    Lo trovarono, era un buco nel muro. Troppo piccolo per la grande stazza di loro due ma abbastanza grande per qualcuno di taglia nettamente inferiore.
    «Idee per entrare?», chiese titubante Thomas.
    Alexa provò a far entrare il suo grosso muso squamoso, e dopo alcuni tentativi riuscì a farcelo passare rompendo un po’ la parete attorno. Ma ne uscì subito, urlando: due occhi rossi nell’oscurità l’avevano violata nella mente spaventandola a morte! E poi, un ruggito!
    I due arretrarono, intimoriti. Se la dragonessa ormai era troppo nervosa per tentare nuovamente di entrare nella nuova stanza, il grande corvo prese la ricorsa e con un assalto sfondò totalmente il muro cosicché riuscì finalmente a entrarci con facilità. Nella penombra della luce della torcia, tenuta da Alexa nella camera tombale, notò di sfuggita qualcosa oltrepassare il muro a destra, pur non essendoci altre aperture; ma almeno poté osservare bene il cumulo di ricchezze accumulate in quella piccola camera secondaria della grande sala mortuaria: tesori accumulati in molto tempo di razzie e furti!
    «Alexa, devi assolutamente venire a vedere! Qui…»
    Mentre il rapace si girava trionfante verso l’amica, la frase gli morì nel rostro: Alexa era riversa a terra, profondamente addormentata vicino alla statua di Giratina. Come Thomas le si avvicinò, sentì una voce dalle tombe che lo chiamava. Si voltò. Intravide qualcosa simile a un lenzuolo viola con delle perle rosse incastonate alla sua metà volare verso di loro, che emise un raggio bianco; e quando il raggio bianco colpì Thomas dopo aver colpito Alexa, anche lui perse i sensi.

    «Alex, dove sei?»
    Thomas era solo, in mezzo a una landa grigia. Non sapeva come ci fosse finito, sapeva solo che ci si era svegliato; come da piccolo, non sapeva come fosse caduto dal nido, sapeva solo che non aveva più ritrovato la strada di casa. Sentiva dentro di sé un senso di oppressione e solitudine che ormai sperava di aver dimenticato, con quel vento impetuoso e gelido che gli gonfiava e scompigliava ogni singola piuma; se lo ricordava quel vento: quando era pulcino lo aveva cacciato dalla collina dei suoi genitori e lo aveva trasportato fino alla riva del Mar dei Ricordi.
    Una lacrima gli scese, vedendo quella landa morta.
    Fu allora che lo vide. In lontananza, all’orizzonte, una figura longilinea e sinuosa si muoveva minacciosa: c’era qualcosa in essa che lo turbava profondamente. Così, per saperne di più, discese per quello che una volta era un letto di un fiume e si avvicinò ad essa.
    “Chissà cos’è… Sembra quasi un verme che levita. Aspetta… Ma io so cos’è! E viene verso di me!”
    Thomas, terrorizzato, spalancò le ali e con un unico battito si levò da terra, per poi librarsi in cielo per scappare il più velocemente possibile. Ma era dannatamente lento! La figura del centipede ricoperto di teschi lo stava raggiungendo! Sentiva la sua presenza nella corrente d’aria poco distante da lui, percepiva il suo odio e la sua fame! Thomas, quando lo sentì sopra di sé con le enormi fauci aperte pronte a divorarlo, serrò le ali al corpo e scese in picchiata verso il terreno. Ma aveva calcolato male la distanza nella frenesia della fuga e stramazzò al suolo.
    Sentì il Signore dei Morti sopra di sé, con gli occhi sanguigni e le fauci di zanne aperte solo per lui. Thomas era riverso a terra, il dorso contro il terreno e le lunghe zampe uncinate che si muovevano cercando di tenere lontano il predatore, con gli occhi neri sbarrati dal terrore mentre quello lentamente scendeva a cibarsi di lui; dal basso, guardando dentro la bocca famelica e feroce del dio, il povero esploratore poteva scorgere i resti della sua amica che…
    Che…
    Che gli diceva «Sveglia, dormiglione! Sta scappando! Solo tu hai lo scatto abbastanza celere per raggiungerlo!»
    Thomas aprì gli occhi: era nel palazzo piramidale, nella sala mortuaria, e il criminale stava fuggendo! Subito si alzò in volo e nonostante l’enorme apertura alare sapeva che le colonne erano abbastanza distanziate da permettergli un agile movimento, così come le porte erano abbastanza larghe da non ostacolare l’apertura alare.
    Aveva notato che il fuggitivo era in grado di attraversare i muri e così quando cercò di coglierlo di sorpresa si preparò in anticipo e sfondò il muro con un assalto aereo poderoso. Poi svoltò l’angolo e scese al piano inferiore, non perdendo mai di vista quel lenzuolo viola che tanto velocemente si muoveva levitando sulla cortina di polvere del palazzo. Era buio, dannatamente buio, ma le perle rosse della preda si vedevano nell’oscurità e il cacciatore di teste nell’oscurità, a differenza dell’amica, ci vedeva benissimo!
    E l’unica volta che il nemico lo scartò, Thomas invocò dalla mente un’energia pulsante, di pura tenebra, e la scagliò contro il nemico che colpito stramazzò al suolo. Felice, lo raccolse con le zampe uncinate e lo portò dall’amica, che lo aspettava ancora nella sala con la grande statua di Giratina appesa a dominare il tutto.
    Alexa gli sorrise: grazie alla sua velocità, avevano nuovamente concluso con successo una missione affidata a loro. Sempre i migliori.

    Erano stati giorni duri, quelli in cui Alexa e Thomas avevano viaggiato per catturare il ricercato Magio, famoso ladrone e ipnotista, capace di far perdere lucidità perfino ai più saggi ed esperti. Ma ce l’avevano fatta e avevano pure recuperato il Fantascrigno del signor Mime!
    Felici e vittoriosi, dopo tutte le celebrazioni e i riconoscimenti, i due lasciarono la Gilda e uscirono da Borgo Tesoro, seguendo la strada verso il mare. E lì, a pochi passi dalla spiaggia e dalla Grotta Marina, dove i due si erano incontrati molto tempo fa, entrarono nella loro fattoria dove tutto il resto della loro famiglia li accolse festanti.
    Erano a casa. La loro casa e loro, due fratelli separati dal nascere in famiglie diverse ma ritrovatisi per il destino, erano felici di averla costruita insieme.

    FINE



    Questo racconto nasce come FanFiction della saga videoludica di Pokémon Mistery Dungeon, da cui ho preso l'idea e le ambientazioni. Inizialmente colpito da un video sul tema della memoria e del potere dei luoghi abbandonati, alla fine durante la scrittura mi sono lasciato trasportare invece dai temi della solitudine e della famiglia, non si sangue ma d'affetto.
  12. .
    L'hoatzin è un uccello tropicale diffuso nelle paludi, nelle foreste ripariane e nelle mangrovie dei bacini dell'Amazzonia e dell'Orinoco, in Sud America. La sua caratteristica principale è l'alimentazione: riesce a nutrirsi quasi solo di foglie germogli!
    L'hoatzin infatti ha un apparato digerente molto simile a quello dei ruminanti, riuscendo così a digerire la cellulosa!

    330px-4_day_trip_to_La_Selva_Lodge_on_the_Napo_River_in_the_Amazon_jungle_of_E._Ecuador_-_Hoatzin_%28Opisthocomus_hoazin%29_-_%2826592958760%29


    Lo sapevi?^^
  13. .
    C'è un cadavere in biblioteca (The Body in the Library) è un romanzo giallo di Agatha Christie del 1942 avente per protagonista Miss Marple.

    agatha_christie_ce_un_cadavere_in_biblioteca



    Trama:
    Nel paesino di St. Mary Mead, a Gossington Hall, il colonnello Bantry e sua moglie Dolly vengono svegliati un mattino da una cameriera terrorizzata, venuta ad avvisarli che nella biblioteca della loro villetta è stato trovato il cadavere di una sconosciuta in abito da sera, strangolata.
    Toccherà alla polizia, con l'aiuto di Jane Marple, scoprire chi sia l'assassino!

    Commento:

    Leggere questo libro è stato veramente piacevole, la lettura scorre agevole e il ritmo non cala mai; ecco, se dovessi fare un appunto, il capitolo che rappresenta la trappola per incastrare l'assassino era leggermente confusionario da leggere.
    Il libro è un accurato specchio dei costumi dell'epoca, con l'autrice che pone particolare attenzione sia ai pettegolezzi sia alla descrizione degli abiti e del trucco; ma la vera protagonista è la società, come livello sociale, educazione e agiatezza economica!
    Tristemente mi sono accorto che la Christie spesso fa uso di slutshaming nei confronti di personaggi morti e della visione maschilista di come una ragazza che veste in maniera provocante o vistosa si sia meritata la morte, se la sia andata a cercare.
    Comunque il libro è una squisita lettura senza impegno, per chi vuole leggere senza astruse analisi per capire bene chi sia l'assassino, nell'ultimo capitolo è presente la spiegazione di tutto l'intreccio.

    Io consiglio la lettura, perché è la Christie è un'autrice fondamentale per il giallo ed è sempre brava a mostrare la sua realtà, anche quando involontariamente ne prende i difetti.
  14. .
    Fu sera e fu mattina (The evening and the morning) è un romanzo di Ken Follett, prequel della saga di I Pilastri della Terra, pubblicato in Italia il 15 settembre 2020.

    ken_follett_fu_sera_e_fu_mattina



    Trama:
    Nell'Inghilterra occidentale, vessata dalle invasioni vichinghe, il giovane Edgar è costretto ad adattare la sua professione di costruttore di barche e a trasferirsi in un misero paesino che prende il nome dalla sua chiatta Dreng's Ferry. Ragna, nobile normanna, si trasferisce nella stessa zona, sposando un nobile inglese. Il monaco Aldred cerca di migliorare la sua piccola abbazia, puntando sui libri e sullo sviluppo culturale ed economico, incrociandosi sia con Edgar sia con Ragna. Il malvagio vescovo Wynstan si oppone a tutti e tre, come a chiunque altro ostacoli il suo potere.

    Commento:
    Al liceo avevo letto I pilastri della terra e Mondo senza fine, ma non conoscevo l'esistenza di questo prequel; quando scoprii che il regalo di compleanno era collegato alla saga, ne fui veramente felice! In pratica, questo libro narra la nascita del villaggio che ospita gli eventi della trilogia letteraria.

    Caratterizzato da una narrazione veloce ma chiara e precisa, mi sono appassionato fin da subito anche perché per la prima volta c'era un personaggio esplicitamente gay nella storia come coprotagonista! I veri protagonisti sono il costruttore Edgar e la nobildonna Ragna, sposa in terra straniera per amore; tutta la storia alla fine verte sulla loro relazione e sugli intrighi di potere che circondano la figura dell'astuta e resiliente nobildonna.

    Lotte di potere, numerosi litigi morali e struggenti amori impossibili caratterizzano questo delizioso romanzo storico, con Ken Follett sempre capace di creare capitoli anche lunghi senza stancare il lettore, dosando fitti diavoli con passaggi molto più descrittivi.
    Un po' mi ha riportato a quando avevo quattordici anni e mi appassionavo leggendo di Gwen (Mondo senza fine): la forza di volontà dei suoi protagonisti e la fede nella giustizia divina e terrena è la vera firma delle storie di Follett!

    Ovviamente, consigliatissimo!^^
  15. .
    CITAZIONE (~Dark Suicune @ 5/2/2022, 02:26) 
    Fatto ^^

    graziee
1025 replies since 16/5/2016
.