Im-Potenza

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    Questo racconto, che non mi è venuto molto bene, mi è venuto in mente giocando a Marvel Puzzle Quest. Se ci hai giocato già dalle prime righe puoi capire a sorpresa finale, se non ci hai giocato... Spero di averla scritta abbastanza decentemente da averlo nascosto.
    I protagonisti sono gli eroi Marvel Elettra, Thor (Jane Foster) e Magneto, la narrazione è in prima persona (esposta da Elettra) e stanno combattendo civili infettati da Venom.
    I miei lunghi capelli bianchi volano nel vento, dominando il campo di battaglia.
    Non so dove sono, ormai non ci faccio più caso. Il sangue mi cola dal naso, rotto da quella bestia immonda. Lo so che in teoria è un civile, ma al momento rimane solo una creatura feroce che ha già sbranato due donne. Io ero lì quando è successo e non ho potuto fare niente oltre a guardare impotente: me lo hanno impedito. Anche Max e Jane sono stati testimoni del massacro.
    Mi ricordo ancora il nulla in cui vivevo fino a pochi minuti fa. Mentre ora vedo il mostro rosa trascinarsi verso un bambino urlante, rimasto incastrato con la gamba sotto le macerie di un asilo. Non si è accorto di me.
    È stata tata tutta colpa di Venom. Li ha infettati tutti. Non so com’è successo, mi sono ritrovata nel posto a fatto compiuto, ma so che dev’esser stato terrificante. Percepisco ancora il dolore che permea l’aria. Non il dolore delle vittime recenti, ma quello di queste povere persone ridotte a bestie senza intelletto. Spero di riuscire a fermarle, almeno.
    Dall’alto del mio regno piombo sulla creatura e la getto lontano, nella polvere. Quindi, prima che possa rialzarsi, ordino al cielo di abbatterla. Mentre l’elettricità frigge la bestia, scendo a terra e dalle macerie salvo il bimbo. Poi, una volta messo in salvo, torno a ispezionare il campo di battaglia.
    Tre mostri. Solo tre mostri. Quando siamo comparsi Magneto, Thor ed io, degli alti palazzi di New York erano rimaste solo le rovine. Cadaveri su cadaveri, laghi di sangue attorno ai corpi. Sono fortissimi, non sono riuscita a salvare Magneto quando se n’è ritrovato uno davanti, con le zanne aperte in una morsa . E Jane, ha perso il braccio sinistro sempre a causa loro, ma forse potendo brandire il martello è ancora viva.
    Volo in cielo, da cui piove sangue a causa del mio vestito una volta bianco e adesso, imbibitosi di sangue, divenuto rosso. Ormai non vedo nemmeno il cadavere di Max, forse sotto ad alcune macerie, forse sbranato. Ma se mi sforzo sento i fotoni condotti lontani da me, diretti verso il luogo da cui provengono urla femminili e poderosi ruggiti. Non sono sola e ne sono felice: abbiamo raccolto abbastanza gettoni celesti, tra poco potrò attaccare.
    Le bestie sono troppo lontane e i miei poteri immensi ma limitati: spero di raggiungerle in tempo. Richiamo a me le correnti mentre, invece, noto che le nubi si raccolgono fino a creare una lastra di tuoni, pronti a scoppiare a favore della mia amica, Jane. Sento le sue urla, ma ancora una volta non posso fare nulla se non vedere quanti gettoni blu mi ha procurato: il destino di quelle bestie è segnato. Lo so.
    Lo so perché non è la prima volta che mi succede: ho affrontato centinaia di battaglie, anche contro me stessa. Ho visto migliaia di omicidi con armi, morsi, zanne, abilità sovrumane. Certe volte non ho potuto fare nulla, come prima, come per Magneto, come per Thor. Ma ora posso. So che ormai Jane è condannata, ma stiamo per vincere. Mi ha aiutata molto: adesso scateno tutta la mia tempesta di nubi massacrando i nemici rabbiosi.
    Perché non l’ho fatto prima?
    All’inizio perché non era il mio turno e poi perché non avevo le tessere necessarie.
     
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