Scilla

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    Scilla:
    Terribile mostro marino, stava sul lato calabrese dello Stretto di Messina e inghiottiva tutto quello che le passava davanti.
    Nell’Odissea la madre di Scilla è Crateide e non si nomina il padre. Per Apollodoro è figlia di Crateide e di Trieno o di Forco. Per Apollonio Rodio i suoi genitori sono Ecate e Forco. Igino scrive nelle sue Favole che è figlia di Tifone e Echidna, oppure di Tifone e Crateide.

    Apparizioni:
    La fama di Scilla è dovuta al dodicesimo libro dell’Odissea di Omero: dentro a un antro profondo «abita Scilla, orridamente latrando. La sua voce è come di cucciola nata da poco, ma essa è un mostro funesto… Dodici sono i suoi piedi, tutti informi, sei i lunghissimi colli, con sopra una testa orrenda e dentro tre file di denti, fitti e numerosissimi, ricolmi di morte nera». L’unica persona che riuscì a sfuggirle fu Odisseo, grazie ai consigli ricevuti da Circe.
    Secondo la leggenda narrata da Ovidio, il dio marino Glauco si innamorò di una giovane e bellissima Scilla, che lo respinse; allora Glauco si recò al palazzo della maga Circe per chiederle una pozione d’amore; la maga tuttavia, invaghitasi dell’uomo ed essendo stata respinta dall’oggetto del suo desiderio, in preda della gelosia creò una pozione magica e la riversò nelle acque dove Scilla era solita bagnarsi; quando Scilla andò a bagnarsi inconsapevole del pericolo, come toccò l’acqua si trasformò in un terribile mostro, conservando il suo aspetto umano fino all’inguine da cui spuntarono enormi cani latranti.
    Secondo altri miti, il dio respinto non fu Glauco ma il vendicativo Poseidone il quale, subito l’affronto la trasformò in mostro.
    Nella versione di Licofrone, Scilla viene chiamata «cagna selvaggia» e «leonessa divoratrice di tori»; venne uccisa da Eracle, ma resuscitata dal padre.
    Inoltre, anche Apollonio Rodio la cita, poiché i suoi Argonauti riescono a evitarla grazie all’aiuto divino di Era e Teti, mentre una situazione analoga la propone Virgilio con il suo Enea, aiutato da Eleno.



    Fonte:

    Biondetti, L., Dizionario di mitologia classica: Dei, eroi, feste, Milano, Baldini&Castoldi s.r.l., 1999
     
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