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Ninfa dei boschi e delle sorgenti rappresenta la personificazione dell’eco e rappresenta il simbolo della regressione e della passività. Famosa per la sua mancanza di forza interiore, in Ovidio ella ha il compito di intrattenere Era mentre il marito è impegnato a metterle le corna e quando la dea lo scopre decide di punirla: da allora «solo alla fine di un discorso Eco raddoppia i rumori ripetendo le parole che ha udito». Inoltre, l’autore scrive che la poveretta si innamora pure del bel Narciso ma lui, rifiutandosi a donne e uomini ben più stimolanti di una che ripete a pappagallo, la respinge e la condanna a morire di dolore con il cuore infranto. In alcuni miti la ninfa è l’oggetto del desiderio del dio Pan, il quale si è innamorato di lei. Lei ovviamente, come ogni personaggio amato nella mitologia greca, lo rifiuta e per questo viene uccisa. Per una volta che aveva scelto con la sua testa! Nel nono libro dell’Antologia Palatina c’è un epigramma dedicato a Eco: «Io sono Eco che chiacchiera e non chiacchiera. Tu passa oltre e la tua lingua pronunci soltanto parole di buon augurio. Quello che sento rispondo. Quello che dici di rimando dico; se taci, taccio. Quale lingua è più giusta della mia?» Questa è Eco che parla ma non conversa, ripetendo idee che non sono sue e svolgendo piani che non ha pensato.
Fonte: -Biondetti, L., Dizionario di mitologia classica: Dei, eroi, feste, Milano, Baldini&Castoldi s.r.l., 1999 -Chevalier, J e Gheerbrant, Dizionario dei simboli: Miti, sogni costumi, gesti, forme, figure, colori, numeri, Trebaseleghe, BUR_Rizzoli, 2015
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