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Ultimo capitolo di una tetralogia, L'erede del Templare è un romanzo storico scritto da Jan Guillou sulla figura realmente esistita del politico svedese Birger Magnusson, cavaliera folkung vissuto nel tredicesimo secolo.
Commento generale: Basato su cinque archi temporali questo intrigante romanzo storico riesce ad attirare il lettore mentre racconta la vita romanzata di Birger; e ci riesce non solo mostrando quello che lui stesso compie ma incorniciandola con la vita dell'intera comunità che lo circonda, plasmando un mondo di spietati cavalieri, corrotti arcivescovi e astute quanto potenti vedove di guerra dove i folkung, la più temibile stirpe del regno, la fa da padrona. Pieno di parole tecniche che all'inizio mi hanno spiazzato, la storia è raccontata con semplicità seguendo semplicemente il flusso degli eventi che portano a banchetti festosi, decisioni strategiche e a spettacolari battaglie, seppur tutto sia continuamente accompagnato dall'alone di morte e minacce esterne ed interne al regno; lo consiglio perché lo stile ti prende anche se non ti eri fermato con la lettura perché i personaggi sono così caratterizzati che si presentano nuovamente con ogni pensiero e azione che compiono.
Impressioni positive: Secondo me l'arco storico più soddisfacente è sicuramente il secondo, il Tempo delle Vedove, in cui la pace prospera e Birger è solo un giovane intento ad imparare le doti di un cavaliere folkung, mentre grazie agli ordini amichevoli di un re saggio e ad una madre astuta e padrona del suo tempo inizia a costruirsi il futuro importante che lo avrebbe caratterizzato. Invece, il punto più basso ma anche più potente è la prima Crociata, dove una triste verità viene messa in risalto con una facilità disarmante, mentre la narrazione più coinvolgente delle tante guerre descritte in questo bel libro è quella contro Knut il Lungo.
In conclusione, lo consiglio a tutti e dico che non bisogna farsi spaventare dal fatto che è l'ultimo capitolo di una saga: ciò non pesa e anzi dimostra la bravura dello scrittore di catapultarti in un mondo cinico che spera in una possibile pace duratura.
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