How to Train Your Dragon

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    Dragon Trainer (How to Train Your Dragon) è un film d'animazione del 2010 diretto da Chris Sanders e Dean DeBlois e racconta il percorso di evoluzione del rapporto tra un drago e un giovane vichingo.

    How_to_Train_Your_Dragon_Poster



    Trama:
    La storia ruota intorno ad un adolescente vichingo che fa fatica a diventare un eroico domatore di draghi come richiesto dalle secolari tradizioni della sua tribù; il suo mondo si stravolge completamente quando incontra un drago. Ciò lo porta a esortare l'intero villaggio a vedere il mondo da un altro punto di vista creando un'alleanza che migliora le vite di tutti.

    Cast principale:
    Jay Baruchel: Hiccup Horrendous Haddock III
    America Ferrera: Astrid
    Christopher Mintz-Plasse: Gambe di pesce
    Craig Ferguson: Skaracchio
    Jonah Hill: Moccicoso
    Gerard Butler: Stoick
    Kristen Wiig: Testa Bruta
    T. J. Miller: Testa di Tufo

    Informazioni generali:
    Genere: animazione, commedia, drammatico, azione, avventura
    Regia: Chris Sanders, Dean DeBlois
    Soggetto: Cressida Cowell (romanzo)
    Sceneggiatura: Chris Sanders, Will Davies, Dean DeBlois, Alessandro Carloni
    Casa di produzione: DreamWorks Animation
    Fotografia: Roger Deakins
    Montaggio: Darren Holmes, Maryann Brandon
    Effetti speciali: Craig Ring
    Musiche: John Powell
    Scenografia: Kathy Altieri

    Commento:
    Questo film mi commuove ogni volta che lo guardo perché il draghetto ha due occhioni da strapazzare di coccole e molto volte mi ha ricordato un animale domestico: infatti, ad esempio, lui per la maggior parte del tempo è coccoloso e sdentato pronto ad affettuosità varie ma quando Hiccup è in pericolo tira fuori le zanne per difenderlo. Inoltre, questa pericolosa e fantomatica Furia Nera potrebe essere il simbolo di ciò che subisce uno straniero non accettato anche se non ha fatto nulla...
    Hiccup invece per me rappresenta il ragazzino che sta per maturare: infatti, deve affrontare la prova di iniziazione nell'arena e cercare un suo posto nel villaggio. Il suo è un nome parlante perché significa singhiozzo e ne descrive la sua indole riservata e timida seguita da un corpo tutt'altro che vigoroso in netto contrasto con il padre; questo conflitto generazionale è alla base del film anche se ripercorre lo stereotipo del ragazzo intelligente subissato e non capito dal padre severo, da evitare benissimo...
    Tutto sommato lo ritengo un gioiellino e ha molte scene commoventi e piene di partecipazione perché riesci ad affezionarti ai personaggi! La battaglia finale e il finale sono il giusto picco di un film bello e spensierato quanto profondo.

    Bellissimo da consigliare a grandi e piccini!^^
     
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