Echidna

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    Buongiorno!


    Oggi voglio continuare la mia serie di approfondimenti riguardante la mitologia classica! E perché allora non parlare della madre di tutti i mostri? Colei famosa per la propria ferocia con cui divorava gli incauti passanti ma anche abbastanza fascinosa da sedurre il glorioso Eracle! Sì, oggi conosceremo un po' meglio Echidna e sarete deliziati da una sua rappresentazione creata da me su carta (da ammirare la buona volontà con cui l'ho disegnata).^^


    Ma chi era Echidna?


    Echidna è una di quelle persone che viene sempre citata indirettamente da tutti ma mai avvistata; un po' come John il Rosso in The Mentalist! Infatti, gli autori classici che la descrivono sono veramente pochi, si possono contare sulle dita di una mano: sono Esiodo, Erodoto e Apollodoro. Tutti la conoscono ed è indirettamente citata da tutti gli autori perché è la Madre di metà dei mostri della mitologia classica, poca roba eh?


    Chi erano i suoi genitori?


    Le origini di Echidna sono oscure e variano da autore ad autore. C'è chi dice fosse figlia di Forco e di Ceto; Apollodoro narra fosse figlia del Tartaro e di Gea, come i Giganti. Interessante è riflettere che questa figura che possiamo descrivere come la fonte di ogni nostra paura sia attribuita a tempi antichi come le nostre paure ancestrali che si basano sul vissuto da preda della razza umana.


    Chi erano i suoi figli mostruosi?


    Esiodo narra che Echidna da Tifone ebbe il cane Orto, Cerbero, l'Idra di Lerna e la Chimera e che dal figlio Orto ebbe la Sfinge e il Leone di Nemea.


    Apollodoro, invece, racconta che Echidna, sempre da Tifone, ebbe il drago immortale posto a guardia dell'albero delle Esperidi, la Chimera, il cane Orto e l'aquila che divorava le interiora di Prometeo (dopo che egli aveva elevato l'uomo dandogli il fuoco), la Sfinge e la scrofa Fea.


    Com'era Echidna?


    Echidna fisicamente era la perfetta metafora dell'uomo arrivato ma ancora in preda dell'ira e delle emozioni più turpi: infatti, viene descritta da Erodoto come una splendida ragazza feconda dalla vita in su e orrido serpente dalla vita in giù ("[...] la divina Echidna dal cuore violento, metà fanciulla dagli occhi splendenti e dalle belle guance, ma metà prodigioso serpente terribile e grande, astuto e crudele. [...]"). Apollodoro scrive che era solita uscire dalla sua caverna per divorare gli ignari passanti.


    Esistono miti legati alla sua figura?


    Erodoto scrive che Echidna viveva in Scizia (l'odierna Steppa del Ponto e quindi lontano dal bellissimo mondo civilizzato greco) e che un giorno Eracle ci andò per concludere una missione.


    L'eroe, sorpreso dal gelo, si coricò a riposare e il giorno dopo notò che la sua cavalla era sparita; cercata in tutta la Scizia, finalmente arrivò alla grotta di Echidna che, furba qual era, vide che manzo lui fosse e avendo lei la cavalla la barattò con una notte di sesso. Eracle, allora, sarà per riavere la cavalla, sarà che Echidna era bella o per non fare arrabbiare una donna con i muscoli di un'anaconda, accettò. Inutile dire che dalla loro unione nacquero tre figli: Agatirso, Gelono e Scite; una volta cresciuti solo Scite poté usare l'arco del padre e per questa prova di forza gli fu donata una terra che diventò poi la Terra degli Sciti, la Scizia.


    Apollodoro, invece, collega Echidna al mito di Argo (il mostro guardiano dai mille occhi): infatti, lei viene uccisa dall'essere mentre dormiva.


    Echidna, come altre figure mitologiche, contiene possibili risvolti psicologici nella propria figura?


    Sì, esistono due interpretazioni della figura di Echidna. Da una parte, raffigura il desiderio terreno che presuntuosamente esaltato verso lo spirito degenera in nervosità e mostruosità varie; dall'altra, la sua tendenza all'incesto simboleggia la libido apocalittica che divora la gente fino a spingerla ad atti gravissimi e all'autodistruzione.


    Quindi...


    La figura di Echidna è di sicuro una delle più affascinanti e conturbanti mai immaginate da quel sano popolo qual era quello greco; capace di concepire prole dai suoi stessi figli o di andare a letto con l'assassino della sua famiglia (ricordiamoci che metà delle prove di Eracle consistevano proprio nell'uccidere l'Idra, Orto, Fea...), ha sempre occupato un posto in rilievo nell'immaginario collettivo. Come figura la trovo molto interessante, se si vuole conoscerla in versione edulcorata consiglio la lettura della saga di Percy Jackson.


    Bibliografia:
    -Biondetti, L., Dizionario di mitologia classica: Dei, eroi, feste, Milano, Baldini&Castoldi s.r.l., 1999
    -Chevalier, J e Gheerbrant, Dizionario dei simboli: Miti, sogni costumi, gesti, forme, figure, colori, numeri, Trebaseleghe, BUR_Rizzoli, 2015




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