Una giornata come tante

Fanfiction di Pokémon Mystery Dungeon: Esploratori del Cielo

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    Per Krabby, un piccolo granchietto bianco e arancio, il tipico Pokémon Granchio come tanti, era stata una giornata come tante. Come sempre si era alzato dal suo pagliericcio e come sempre si era sgranchito le due grandi chele con una danza al suono del proprio ticchettio, accompagnato dai ticchettii prodotti dai suoi fratelli nelle tane vicine. Come sempre finita la danza era andato alla cesta di vimini e si era scelto una Bacca da gustare, per iniziare nel verso giusto la giornata; una Baccamela, questa volta. E come sempre, dopo aver controllato che la sua Tecabrillio fosse ancora sigillata, si era recato verso l’uscita del suo cunicolo: voleva, come sempre, guardare il mare, le onde, le bolle che si levavano dalla spiaggia sotto le urla sgraziate dei Winguill.

    Ma di certo non sapeva che mai sarebbe stata quella giornata una come tante. Quella era una giornata speciale.

    Tuttavia, nulla avrebbe fatto presagire una giornata speciale, figuriamoci una giornata straordinaria. Come sempre si era issato con le sue quattro zampette lungo il lungo corridoio verticale, picconando le pareti di sabbia indurita con le chele mentre gli uncinetti al termine delle zampe lo aiutavano a scalare. Erano pochi i Pokémon capaci di scendere una tale galleria senza danneggiarsi raggiunta la fine. E le pareti erano fin troppo lisce perché un Pokémon non dotato di uncini o forti chele potesse scalarle con agilità. Ma per Krabby uscire dalla tana e guardare le onde era abituale, la normalità.

    E così fece anche quel giorno.

    La spiaggia di Borgo Tesoro era una delle ventisei meraviglie del Mondo Pokémon. Pochi avevano la possibilità di vivere in mezzo a quello splendore e Krabby, ereditando dalla sua famiglia la possibilità di scavarsi una casa proprio nelle vicinanze di quella spiaggia, non aveva mai colto il privilegio delle sue possibilità. Ma aveva sempre colto la bellezza solenne che lo permeava. Di giorno la brezza marina sollevava le splendide bolle rosee e azzurre nel cielo azzurrissimo, di notte un cielo stellato si stendeva a baciare l’infinito del mare ondoso. E i tramonti erano i più caldi di tutta Borgo Tesoro, il sole sembrava scendere oltre la volta marittima con una grazia e un rosso così acceso da sembrare quasi una propagazione della Creatura Originaria!

    A Krabby piaceva stare là, sulla spiaggia, tutto il giorno, a osservare le bolle in attesa del tramonto. Il momento magico. Non aveva mai visto l’alba, però. Gli piaceva dormire.

    Ogni giorno arrivava una piccola Piplup, con la sua borsetta al collo. Si sedeva sulle dune sabbiose poco prima della riva e guardava l’orizzonte. Chissà a cosa pensava, mentre quegli occhioni neri non si staccavano dall’infinito. Aveva forse dei sogni? Sperava di esplorare terre lontane? Voleva abbandonare forse Borgo Tesoro e la sua casa? O cercava qualcosa che lì, in una delle città più belle e ricche di speranza del Mondo Pokémon, non riusciva a trovare? Una nuova famiglia forse? O un amico con cui vivere incredibili avventure e invecchiare insieme? Krabby dall’uscita della sua tana ogni tanto osservava quella Piplup malinconica e taciturna. Osservava come le lacrime le scendevano sulle piume bianche e azzurre. E si chiedeva cosa potesse essere quella pietra che ogni tanto la Piplup tirava fuori dal borsello. Una pietra strana. Una pietra straordinaria, forse.

    Krabby non glielo aveva mai chiesto, aveva solo osservato. Da lontano.

    Anche quel giorno Piplup era arrivata. E Krabby anche quel giorno l’aveva osservata dall’uscio della tana, con una chela che fuoriusciva dal buco, assieme ai grandi occhi. Piplup non aveva notato Krabby, lei non notava mai nessun Krabby, stava solo attenta a non entrare nella Grotta Marina: era una cava scavata dalle onde nei secoli, ma si diceva che lì i Pokémon erano particolarmente territoriali, se ci entravi potevi fare pessimi incontri. Piplup si era limitata a sedersi sulla sabbia e guardare l’orizzonte. Krabby invece si era limitato a imitarla, come di consuetudine.

    Una giornata come tante.

    A Krabby piaceva osservare il mare, le onde, tutto era molto bello. Tuttavia, qualcosa quel giorno era storto. O lui era stanco. Quindi, per una volta, quell’unica volta, scelse di tornare prima del tramonto nella sua tana. Scelse di conficcare gli uncini delle sue quattro zampe nelle pareti sabbiose per scendere, e lo fece anche a gran velocità. E, arrivato alla fine del corridoio verticale e ripidissimo, scelse la Baccaprugna. Così amara, gli dava quella carica necessaria per continuare a forzare il lucchetto della sua Tecabrillio: di certo non avrebbe mai dato soldi a quel truffatore di Xatu perché la aprisse al posto suo!

    Piplup, invece, era rimasta sulle dune. E fu lì, mentre si calmava dalla delusione appena ricevuta, che scorse qualcosa.

    “Ehi – borbottò sorpresa – Ma cos’è? Cosa sta succedendo laggiù?”

    C’era un Pokémon disteso sulla spiaggia! Poteva stare male, poteva avere bisogno di aiuto! Piplup, solerte, si alzò da dov’era e corse a Ovest, verso il misterioso Pokémon. Una volta arrivata più vicino, le si accapponarono tutte le penne: qualcuno stava veramente male!

    “Aaah! – esclamò con sgomento – Qualcuno è svenuto sulla sabbia!”

    Piplup senza esitazione gli si fece incontro, cercando un modo per aiutarlo. Non stava benissimo, quel Pikachu, ma sembrava riprendersi. Piplup, con cautela, provò a fargli qualche domanda.

    “Cos’è successo? Stai bene?”

    Il Pikachu annuì e si alzò, seppur con fatica e con l’aiuto dell’aletta azzurra di Piplup. Lei, sollevata, sorrise: “Meno male! Hai ripreso i sensi! Eri così immobile… Mi stavo davvero preoccupando! Ricordi come hai fatto a finire qui in queste condizioni? Ad ogni modo io sono Teresa, piacere di conoscerti!”

    La Piplup, di nome Teresa, abbracciò il Pikachu e lo guardò intensamente negli occhi: “E tu chi sei? Non mi sembra di conoscerti.”

    Queste e tante altre cose si dissero la Piplup di nome Teresa e il Pikachu misterioso. Cose che resero quella giornata, e tutte quelle che seguirono dopo, straordinaria. Ma questo Krabby non lo seppe mai: per lui, quella era come qualsiasi altra giornata. Bella, calma e soprattutto come tante altre. Una giornata ordinaria.

    Questo racconto nasce come partecipazione al Contest di scrittura Racconti tra le onde del forum Pokémon Dark. Dovevamo produrre un racconto in meno di 15mila caratteri, spazi inclusi, sulla spiaggia e con un Pokémon acqua. Io ho deciso di narrare il prologo di Pokémon Mystery Dungeon: Esploratori del Cielo, narrato non dal POV dei protagonisti ma da quello di Krabby: un NPC che non fa parte nemmeno graficamente della scena ma che in linea teorica poteva essere presente.
    Ho scelto questo tema perché il videogioco è importante per me e quindi ho voluto farlo mio almeno un poco.
     
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0 replies since 17/9/2023, 08:27   12 views
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